
NPL 2025: opportunità e strategie per un mercato in evoluzione
15/01/2025
Oltre la garanzia pubblica: l’aumento degli NPL e le implicazioni per banche e imprese
05/06/2025Il 14 agosto 2024 è entrata in vigore una svolta normativa destinata a cambiare il volto del mercato italiano dei crediti deteriorati: il Decreto Legislativo n. 116/2024. L’obiettivo? Recepite le direttive europee, l’Italia punta ora a rendere più trasparente ed efficiente il mercato secondario degli NPL (Non-Performing Loans), introducendo regole più chiare per acquirenti, gestori e debitori.
Il cuore della riforma
Il decreto inserisce nel Testo Unico Bancario (TUB) un nuovo impianto normativo, regolando in modo specifico l’acquisto e la gestione dei crediti in sofferenza. Il provvedimento non si applica però ai crediti UTP, né alle cartolarizzazioni o ai recuperi esternalizzati ex art. 115 TULPS. Un’esclusione che crea un doppio regime e solleva alcune criticità operative.
Acquirenti e gestori: ruoli e obblighi
Per la prima volta si consente anche a soggetti non bancari di acquistare NPL, a patto che nominino un gestore autorizzato. Viene istituito un albo specifico, gestito dalla Banca d’Italia, per i nuovi “gestori di crediti in sofferenza”. Questi soggetti, oltre a soddisfare precisi requisiti giuridici e organizzativi, dovranno stipulare contratti scritti e potranno esternalizzare alcune funzioni, rimanendo però responsabili in solido.
Più trasparenza per i debitori
La riforma introduce importanti tutele per i debitori ceduti: obbligo di notifica della cessione, comunicazioni chiare e rispetto rigoroso della privacy e della dignità personale. Viene inoltre rafforzato il diritto al reclamo e previsto un canale diretto con la Banca d’Italia per eventuali segnalazioni.
Sanzioni e scadenze
Le violazioni non sono prese alla leggera. Chi gestisce NPL senza autorizzazione o omette la nomina del gestore rischia sanzioni fino a 5 milioni di euro. È previsto un regime transitorio: entro tre mesi dall’entrata in vigore delle disposizioni attuative della Banca d’Italia (attese entro febbraio 2025), le imprese dovranno presentare domanda per essere autorizzate.
Un’occasione per modernizzare
Pur con alcune zone grigie ancora da chiarire, la riforma rappresenta una spinta verso una gestione più moderna, trasparente e responsabile del credito deteriorato. Un passaggio cruciale per il rafforzamento del sistema finanziario e per il consolidamento del mercato secondario in Italia.

